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apr 2Messo Mi piace da Alessio Persichetti

Anche io ho letto da poco “The Ink that Bleeds” e mi sto cimentando con un gioco in solitario. Devo dire che aver cambiato repentinamente le mie routine di vita ha anche impattato fortemente sul mio riuscire a giocarci (che vuol dire anche trovare il tempo mentale e la voglia per farlo) e, ora come ora, sono fermo da qualche giorno. Vorrei riprenderlo e finirlo.

I problemi che tu evidenzi con i giochi “Forged in the Dark” sono gli stessi che avevo evidenziato anche io qualche anno fa e che mi stavano tremendamente sulle balle. Intendiamoci: ci ho giocato per tanto tempo e ho amato le mie partite; probabilmente vorrò ancora giocarci, ma vedo quello scollamento tra regole e narrazione come un “vulnus” insanabile nella mia esperienza di gioco.

Ho apprezzato e condivido in buona parte le tue considerazioni su come parliamo di gioco concreto e sul giocare i giochi approfonditamente. In una vecchia fase della mia vita da giocatore di ruolo, cercavo di giocare tanto tanti giochi diversi; probabilmente perché ne conoscevo così pochi che sentivo un disperato bisogno di allargare i miei orizzonti. Ora, invece, sono più orientato a quello che consigli tu: giocare pochi giochi, ma in profondità. Non disdegno il provare nuovi giochi, ma non la vedo più come la mia priorità assoluta.

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apr 3Messo Mi piace da Alessio Persichetti

Onestamente a giocare solo i journaling ti perdi gran parte del gusto di giocare GDR in solitario...

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