FroggyCon 6 Aprile 2024
Lo speciale riassunto della FroggyCon 2024 e di cosa ho giocato nei vari turni.
Dove e quando?
Siamo riusciti ad organizzare anche quest’anno la FroggyCon alla Casa dei Giochi di Milano UESM il 6 Aprile 2024: l’evento che i partecipanti alla Locanda dei GdR organizzano una volta l’anno durante Aprile.
I Principi delle Rane Cosmiche
La FroggyCon è la festa aperta a tutti dove omaggiamo il gioco emergente in tutte le sue forme e indipendentemente dalle preferenze in fatto di giochi di ruolo: abbiamo giocato da giochi cosiddetti “tradizionali” come La Leggenda dei 5 Anelli a Little Katy’s Tea Party e gli OSR. Quello che chiedevamo a chiunque facilitasse è seguire i Principi delle Rane Cosmiche che riassumenre nella seguente lista:
Scoperte, non aspettative. Evitare che una persona abbia l’ultima parola su dove la storia vada o che le persone si accordino più o meno implicitamente su dove la storia debba andare evitando l’impiego di elementi caotici. Banalmente, giocare e vedere dipanarsi in direzione inaspettata gli eventi.
Situazioni, non storie. Si parte da una situazione aperta: solo luoghi e personaggi con delle motivazioni. Da lì con gli input di tutte e tutti e l’applicazione delle procedure andiamo avanti.
Effetto Farfalla Dare impatto a ogni scelta e giocare vedendo realmente le conseguenze nel micro e nel macro di ogni decisione.
Nonostante l’affluenza sia stata circa 1/4 in meno rispetto all’anno scorso, ho visto le persone maggiormente coinvolte e consapevoli degli scopi della manifestazione.
Altri due elementi che ho apprezzato è stata l’apertura della Con ai neofiti e il fatto che le persone portassero i propri giochi autoprodotti o ancora allo stato di documenti MS Word. Abbiamo introdotto senza prenotazione una nuova persona a questo hobby: Luca si è approcciato per la prima volta all’hobby con The Pool grazie a Bobo (con cui ho giocato al secondo turno) con lo scenario Ambra Nera. Molti altri hanno portato i propri giochi per un primo playtest (tra cui il mio In the Age of Bronze and Blood), Scraveller di Max, Sfanx di Lorenzo e Dada oppure Langobardia Horribilis di Jacopo). Il bello è che questi hanno rappresentato una fetta abbastanza grossa della convention. Una festa che dimostra come i giocatori sono anche designer e viceversa, qualsiasi divisione è sostanzialmente artificiale.
Vi racconto un po’ com’è andata dal mio punto di vista.
Primo Turno Mattutino
Al primo turno ho giocato finalmente Little Katy’s Tea Party del mio amico Edoardo. Eravamo io, Emilia, Adriano, Tito e Lorenzo. In Little’s Katy Tea Party ogni giocatrice o giocatore prende il ruolo di un amico immaginario di Katy da bambina per raccontare intorno a un tè il passato. Mi ero preparato a facilitarlo alla CapodannoCon 2023/2024, ma la gente ha preferito (giustamente) fare bisboccia alla vigilia di Capodanno. Mi è piaciuto molto, anche se non credo di aver giocato perfettamente alcuni passaggi — ma avrò tempo per raffinare come approccio il gioco.
Lo scenario scelto è stato quello del Circo: la piccola Katy è figlia di due circensi e passa buona parte della giornata ad aiutare con gli spettacoli. Ho scelto “La Pista”: il mio personaggio aveva il ruolo di incoraggiare Katy nel superare le proprie paure.
A partire dallo spunto, ho creato il mio personaggio immaginario Sir Fortesque, il pupo siciliano (i.e. una marionetta di legno che rappresenta un cavaliere a cavallo) che i genitori di Katy gli regalarono dopo un tour in Italia.
Il mostro che ho generato è appunto La Colpa: l’ombra del manovale della compagnia Mathias che Katy ha reso storpio dopo che un gancio che aveva fissato si è sfilato e fatto cadere uno dei pilastri di legno del tendone da circo.
Sir Fortesque è diventato un Mostro per aiutare Katy a esorcizzare un’altra paura: quella verso il direttore del circo e i suoi modi maneschi e violenti.1 Ha sconfitto il drago che rappresentava il direttore, ma è diventato purtroppo orribile agli occhi di Katy — lei non ha più giocato con lui da allora.
Alla fine Katy ha lasciato il circo per diventare un medico e studiare all’università, invece di seguire le orme dei suoi genitori. Ha ancora dei sensi di colpa per Mathias e si sente inadeguata e fuori posto agli occhi degli altri; ma non ha più paura delle altezze, non ha più paura di sentirsi inutile e — a differenza del Direttore — ha imparato a non usare la violenza per risolvere i conflitti.
Secondo Turno Pomeridiano
Al secondo e terzo turno sono stato facilitatore. (E non ho foto da farvi vedere aargh!)
Ho portato The Wizard’s Grimoire di Vincent D. Baker. Ritengo la sua pentalogia di zine una delle cose migliori che abbia fatto ultimamente. The Wizard’s Grimoire è un PbtA dove il giocatore interpreta un giovano mago che viaggia per studiare e apprendere i segreti del grimorio di Aibesta delle Due Corti, una delle maghe più potenti della storia. A differenza di altri PbtA, The Wizard’s Grimoire è per realizzato per essere una serie di one shot collegate dove i GM cambiano a rotazione e il giocatore gioca la stessa persona in modo episodico.
Ho giocato con Bobo e il suo amico Matteo da Torino.
Difficile riassumere già svariate giocate e cosa è successo al tavolo. Fatto sta che il mio mago Seluvis si è ritrovato in una torre abbandonata per studiare le stelle e interpretare un libro che avrebbe sbloccato il sigillo del terzo rango del grimorio e i suoi incantesimi. Seluvis ha difeso la torre dall’assalto di alcuni banditi che volevano fare soldi facili con i cimeli in essa contenuti. Risparmiandone uno, Seluvis ha scoperto che i ladri stavano cercando di accumulare ricchezze per acquistare un ingresso nella propria città. Nella città ai piedi della torre, solo chi entra e diventa cittadino può ottenere un nome proprio; gli altri fuori dalle mura non ne sono degni. Come gesto di misericordia, Seluvis nomina il sopravvissuto “Darian Ladro delle Tenebre” e lo arruola come suo servitore. Dopo una lunga attesa, è arrivata la notte propizia per interpretare il libro e capire il funzionamento del rituale per continuare la lettura del grimorio di Aibesta. Ahimè, le storie della torre e le lodi di Darian verso il suo padrone (“L’uomo immensamente buono, il santo.”) hanno attirato una folla di disperati in cerca di redenzione. La folla ha inseguito Seluvis e Darian per le montagne mentre provavano a raggiungere i vari pinnacoli per scrutare le stelle e decodificare le istruzioni del rito. La fretta ha quasi fatto precipitare Seluvis da un dirupo, ma Darian è riuscito a salvarlo in tempo. A questo punto, i disperati lo hanno accusato di essere un falso profeta e hanno attaccato di nuovo la torre. Seluvis e Darian si sono sbrigati a tornare indietro per completare il rito, scoprendone la natura e il perché una pagina fosse stata rimossa: il libro insegnava come far calare una notte eterna in quella regione per bloccare le stelle in un certa posizione e utilizzarle come codice per interpretare la formula che aprisse il sigillo. Seluvis ha deciso comunque di procedere e l’oscurità è calata per sempre su queste terre. Preso dalla foga per lo studio, Seluvis ha dimenticato di bere e mangiare; solo la dedizione di Darian ha permesso che non morisse di inedia, rafforzando così il loro legame. Dopo aver studiato il terzo rango del libro d’incantesimi, Seluvis e Darian hanno lasciato queste terre ormai ricoperte dall’oscurità perenne verso la luce dell’alba di altri luoghi. Ma le genti hanno incominciato a chiamare Seluvis “Colui che porta l’oscurità”.
Nel giocare queste scene, Bobo e Matteo si sono presi una pausa per capire come procedere, senza fretta. Quando una giocatrice o giocatore ha l’autorità di affermare qualcosa, non c’è bisogno che risponda immediatamente: si può prendere tutti i minuti che si vogliono. Quel che abbiamo fatto è prenderci 10 minuti, andare in bagno, caffé e birra e ricominciare. Dopo un po’ di relax hanno saputo esattamente come continuare. Il gioco di ruolo deve essere un’esercizio di onestà e ascolto, non una corsa.
Tutto quello che è successo e le idee emerse mi hanno colpito molto e ringrazio Bobo e Matteo per il sistema che abbiamo creato assieme al tavolo. Credo davvero che siamo riusciti a reincorporare i contributi della dozzina di persone che hanno giocato con me The Wizard’s Grimoire. Non è una cosa banale dare impatto a contributi di giocate a cui non si è mai partecipato!
Terzo Turno Serale
In questo turno ho avuto la possibilità di playtestare per la primissima volta il mio gioco di ruolo In the Age of Bronze and Blood.
In the Age of Bronze and Blood è il mio omaggio a Runequest e Glorantha di Greg Stafford tramite le lenti di Apocalypse World, The Pool e Trollbabe. Se dovessi riassumerlo, è un gioco di ruolo dove i personaggi fanno parte di un tessuto sociale dell’età del bronzo minacciato da rivalità interne all’insediamento e da minacce esterne. Il tutto condito da divinità silenziose a cui votarsi e una magia rituale estremamente caotica quanto pericolosa e potente — il cui costo corrisponde a qualcosa di negativo che una persona a cui il personaggio tiene subisce.
Con me hanno giocato Jacopo di Langobardia Horribilis, Francesca, Niccolò e Alex.
Abbiamo creato i personaggi e deciso e stabilito che questo popolo ricordasse gli etruschi e il mediterraneo. Nella partita, l’insediamento affrontava una siccità che minacciava i raccolti e e una lotta intestina per la costruzione di un tempio come minacce interne alla comunità; la minacce esterne erano invece l’invasione di un popolo che aveva scoperto il ferro e zanzare portatrici di una febbre letale.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso che l’impalcatura del gioco funzionasse nel complesso e le procedure di creazione del personaggio e della mappa relazionale fossero solide.
Ci sono stati un po’ di intoppi nei conflitti, in particolare quando più giocatori volevano partecipare o contribuire alla stessa risoluzione. Però non è nulla di irrisolvibile e non riguarda cose come le autorità o le meccaniche di base nel complesso.
Sono rimasto soddisfatto dai feedback e ho fatto mio il suggerimento di Niccolò per il sistema di avanzamento (che inizialmente non prevedevo per il gioco): un avanzamento del personaggio corrisponde a un avanzamento di una generazione dell’insediamento e a nuovi personaggi che prendono il posto dei vecchi con più punti per i tratti ed ereditandone gli oggetti caratterizzanti.
Come primo playtest devo dire che non mi lamento. Per ora, mi interessa che funzioni come strumento per me e i miei amici al tavolo e vedremo in futuro se avrò voglia di pubblicarlo.
Le mie conclusioni
Sono le convention dedicate e più piccole focalizzate sul gioco, com la FroggyCon ma anche la CrocoCon, Salso Ludix e la Total Party Kon! (TPK!) che apprezzo sempre di più.
Vedo una certa gentrificazione delle fiere di settore, diventate principalmente piattaforme di vendita e promozione: il gioco è finalizzato a farti provare qualcosa prima di acquistarlo e frequentato da persone che non sempre sono sinceramente interessate a questa attività quanto ad affermare “Hey! Sono un Nerd/Geek anch’io!”.2 Gli eventi più piccoli e casalinghi come la FroggyCon sono focalizzati nel giocare e basta, rappresentano una rete di scambio e le conversazioni emerse durante e dopo la Con a cena soni state stimolanti. Io,
Che dire? La seconda edizione è stata ancora più bella della prima e spero di vedervi tutte e tutti alla prossima, stiamo già lavorando al 2025. Se volete le impressioni anche degli altri partecipanti, c’è qui il thread della Locanda.
Mostro anche le foto della t-shirt che ha realizzato Benedetta Falcone per la Con.
E vi lascio con una delle mie ultime ossessioni in fatto di Dungeon Synth.
In Kittle Katy’s Tea Party per aiutare Katy ad esorcizzare una paura, il personaggio immaginario deve proteggerla al prezzo di trasformarsi anch’esso in un mostro — facendo perdere a Katy “l’innocenza” e aiutandola a crescere tramite il trauma.
Lo so, risulto antipatico. Se ti offende la cosa, non seguirmi. Ti vorrò bene comunque.
Lecito provare un gioco e accorgersi che si vuole approfondirlo, credo però che facciamo nelle fiere sia una cosa già diversa dal giocare per il giocare che desidero. Però mi sembra evidente il loop delle fiere lato GdR e GdT: si costruisce hype tramite i social, Demo per vedere se vale la pen, acquistare il gioco (di cui non mi ritengo immune, chiariamoci) e beccarsi qualche edizione speciale/freebie/firma designer nel mezzo, giocarlo due volte e poi dimenticarsene. Non ho nulla contro gli editori, ma ho problemi col consumismo che sta colpendo l’hobby.